La cosa di Grillo

“È fantastico, è sempre collegato con il mondo”, dice di lui Beppe Grillo, mentre il giornalista dell’Espresso Marco Damilano lo definisce “apostolo ed eroe del grillismo”.L’eroismo di Salvo Mandarà, 46 anni, ingegnere elettronico, è stato quello semplice ma straordinario di mettersi in aspettativa dal suo impiego in una nota azienda di tlc. Lo ha fatto per seguire, gratis e in qualità di reporter, la campagna elettorale di Beppe Grillo.

Ragusano trapiantato ad Abbiategrasso, Mandarà è il “ministro delle comunicazioni” del M5s, colui che nei due mesi di Tsunami Tour è salito sul camper e ha calcato i 77 palchi dei comizi show di Grillo, armato di telecamera per fornire la diretta
streaming agli internauti. Grazie a lui è decollata la web tv La Cosa, che col passare delle settimane macina numeri sempre più importanti. Dalla sua intuizione è nato pure un web talk che porta il suo nome: “Salvo Channel 5.0” (per dare un’occhiata al
particolare format che propone). La premessa è d’obbligo: “Parlo a titolo personale, non svolgo in alcun modo la funzione di portavoce del Movimento 5 Stelle”.

Nella sua trasmissione Gazebo, Diego Bianchi ha detto che dentro la tua telecamera c’è il 7-8% del consenso di Grillo. I vostri sondaggi in campagna elettorale erano tutti nella risposta delle piazze?
Non credo molto nei sondaggi che, soprattutto per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, si sono dimostrati sempre inaffidabili. Immagino che il dato del 7-8% simpaticamente “calcolato” da Diego Bianchi, sia solo un modo per riconoscere l’utilità delle dirette streaming, ma credo che nessuno sia in grado di fare una stima seria. Dal canto mio, avendo visto gli occhi di decine di migliaia di persone incontrate in 77 piazze e durante tutto il tour, mi aspettavo un dato ancora più esplosivo! Credo che se fossimo riusciti a coprire la maggior parte dei seggi con i rappresentanti di lista, avremmo facilmente potuto registrare un risultato più rotondo. Ho sentito che in diversi seggi ci hanno annullato decine di schede che recavano la preferenza “Grillo”. Non sono un esperto, ma credo che la legge dica che una preferenza errata che non mostri l’intenzione a rendere riconoscibile la scheda, debba essere interpretata come un rafforzativo della volontà dell’elettore.

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